Dienstag, 2. Februar 2021

IL PENSIERO MAGICO


ANTROPOLOGIA

La magia, con i progressi della scienza moderna, nella cultura è considerata una credenza ingenua: può manipulare attraverso speciali sostanze e formule gli eventi e la natura delle cose. Nell`Ottocento cominciò lo studio della magia come modo di pensare: un atto magico è un azione compiuta di un soggetto, con lo scopo di influenzare qualcuno o qualcosa in modo positivo o negativo.  Nel mondo di oggi, le persone sono ossessionati dalla magia nera. 

James Frazer era in errore quando sosteneva che il pensiero magico aveva preceduto quello religioso: lo studioso parlava di due modalità di pensiero magico, limitazione e il contagio. 

I primi antropologi considerano la magia come una specie di residuo di epoche passate oppure come una scienza imperfetta; i primi antropologi ritenevano che esistesse un legame stretto tra la magia e la religione. Negli anni venti Malinowsky fece una distinzione tra la magia, la religione e la scienza. Era del opinione che la scienza si trovasse nella sua forma elementare presso tutto i popoli. 

Inoltre aveva una concezione strumentale ed operativa della cultura che lo portava a credere che la magia fosse un mezzo usato dagli esseri umani per fare fronte a delle situazioni di ansia. 


Per M. la magia consiste una serie di atti sostitutivi, non è anteriore alla religione o alla scienza ma è un gesto primordiale.  

Non bisogna chiedersi se la magia funziona o meno, piuttosto bisogna considerarla come una ricerca difronte all`incertezza degli eventi. 

Un altro studioso Ermesto de Martino, ebbe un`altra posizione riguarda alla natura della magia: fece della magia un residuo archaico ancorato nel bisogno del essere umano di affermare la propria presenza difronte all` idea della morte; sono evidenti le somiglianze tra pensiero religioso e pensiero magico. Secondo de Martino con la magia l uomo afferma la propria esistenza difronte all idea della morte e dell`annullamento. 


Il malocchio è un parente stretto della magia: questa pratica consiste nell idea che uno sguardo insistente o certe parole possano influire negativamente su persone o cose. La credenza del malocchio è molto diffuso in Europa e nel Medio Oriente. In molti casi, questa pratica rientra in un sistema di comportamento sociale o di etichetta: non si ammette che una persona guarda troppo fissamente una persona che non si conosce o che si facciano troppi complimenti a persone quasi estrane. Il malocchio si manifesta in vari modi: un raccolto è andato male, un problema in famiglia ecc.; le credenze popolari sostengono che ci siano delle persone che tolgono il malocchio. 

Parente strette del malocchio è la credenza che alcuni atti portino sfortuna: in Italia, il versare il sale o l olio oppure rompere uno specchio porta sfortuna; l` antidoto consiste nel pronunciare delle parole e fare dei gesti. Un personaggio di rilievo è sicuramente Marcelle Griaule che ricostruì la cosmologia dogon, si tratta di una complessa e affascinante visione del ordine del mondo dalla sua origine; tutta la cosmologia era basata su storie che raccontavano come si era formata la terra, come erano nati i fiumi, gli animali, le piante, gli esseri umani. 


Gli studiosi di storia delle religioni e antropologi sono da sempre rimasti affascinati dal temo del mito, oltre a quello della magia, del mito e della religione. Molti studiosi hanno cercato di definire delle caratteristiche del pensiero mitico: Il mito presenta alcune caratteristiche, quali ignorare o quasi lo spazio nel tempo. Esso produce una antropomorfizzazione della natura. Sono evidenti alcuni tratti comuni del universo mitico: le azioni dei protagonisti non seguono le regole dell`anteriorità e della successione temporale, gli eventi accadono in tempi brevissimi, i fatti si svolgono in luoghi che L`uomo non può frequentare. I miti raccontano una situazioni originaria di unitá fra tutti gli esseri viventi e le cose, in cui spesso gli esseri umani hanno caratteristiche animali. 

Nella seconda metà del Novecento, l`antropologo francese Lewis Strauss ha elaborato una nuova concezione del mito: il mito è un attività speculativa, non prende in considerazione i legami che il racconto mitico pò avere con la vita sociale e culturale di una popolazione. Secondo Lewi il mito va analizzato in termini di strutture, si tratta di un ambito speculativo, in cui il pensiero umano non soffre le costrizioni della realtà materiale e sociale; il mito ha la funzione di conciliare gli aspetti contradittori dell esistenza umana e del mondo naturale che non possono essere mediati da nessuna forma di pensiero razionale. 

Keine Kommentare:

Kommentar veröffentlichen

WALFARESTREET

Nel mondo occidentale, è stato dichiarato che ogni cittadino ha il diritto di vivere una vita dignitosa e il paese ha la responsabilità di c...