Freitag, 26. Februar 2021

LA SOCIETÀ MULTICULTURALE



SOCIOLOGIA:

Il dibattito sulle differenze culturali nasce negli anni settanta in nord America: un gruppo di donne hanno iniziato a denunciare con forza le oppressioni subite in passato e a chiedere trattamenti più equi. Richiedevano maggiore occasione sociale e piena cittadinanza sulla base del principio della uguaglianza di tutto il genere umano. 

Nei paesi occidentali è diffusa la democrazia liberale, con una legge in cui tutti cittadini devono godere degli stessi diritti e doveri, tuttavia il tutto avvantaggia difatti solo le elitè dominanti; la società, più che sul principio di uguaglianza, sembra reggersi su un ingiusta pretesa di assimilazione.


Le organizzazione più radicali ribadiscono la differenza come valore, questi movimenti desiderano riconoscimenti effettivi a sostegno delle diversità

A partire dagli anni ottanta si sviluppano fenomeni sociali e politici evidenti; negli stati Uniti perde credibilità l´idea che la coesistenza pacifica di etnie popoli diversi possa portare ad una società perfettamente amalgamata senza più alcuna differenza e ostilità al proprio interno. I moltiplici gruppi etnici, anzi che fondersi riscoprono i propri origini in contrapposizione alla cultura dominante; l ´Europa è percorsa dalla questione delle minoranze nazionali, in molti stati convivono gruppi linguistici diversi che non si sono mai completamente integrati tra di loro.


Sono evidenti le tensioni provocate dalle migrazioni internazionali: gli immigrati cercano non solo un inclusione lavoratorio ma anche un migliore inserimento sociale e iniziano a costituire comunità, associazioni, e veti famigliari. 

Nel mondo occidentale la diversità culturale, etnica, nazionale e religiosa assume diversi aspetti: si parla di multiculturalismo, un modello di convivenza interetnica e interculturale fondato sulla valorizzazione delle differenze. 



Globalizzazione, urbanizzazione, cosmopolitismo, localismo



SOCIOLOGIA:

Avere un corpo significa sottostare ad determinati leggi che governano tutte le realtà materiali. La corporeità umana costituisce una condizione della vita in società; lo spazio è la condizione che ci permette di vivere insieme ed agire collettivamente. Il tempo è un importante fattore sociale; ogni vita sarà condizionata dalla cultura del tempo. Tutte le società si organizzano tenendo conto del vincolo dello spazio nel tempo: ci sono delle unità elementari di società che hanno in comune la stessa unità spaziale o geografica. I nuclei di società si definiscono comunità locali, queste sono caratterizzate da legami sociali forti. L´ appartenenza a una comunità locale è fonte di identificazione sociale. 

Il processo di industrializzazione e modernizzazione della società ha portato una riduzione d´importanza delle comunità locali. Una delle conseguenze dell´industrializzazione è stata la rottura del fattore territoriale nella costruzione dei legami sociali; la grande città è l´unità territoriale principale della società: la massa senza legami sociali convive in spazi molto stretti. I legami sociali più importanti sono date dalle organizzazioni sociali di appartenenza; le comunità locali restano per tutti dei punti di riferimento, da cui la società, l´economia e la politica non possono presiedere. 


La forma territoriale tipica della società industriale é la città: da sempre la città è indice dell´ esistenza di un potere statale centrale. La città è una forma di razionalizzazione della vita umana: si convive ma si uniformano e si spersonalizzano i rapporti umani; la città è un nuovo cosmopolita influenzato dalle norme sociali e dalle decisioni politiche nazionali. 

Verso la fine del ventesimo secolo la funzione svolta dalle città dalle società industriali ha portato alla globalizzazione: grazie alle nuove possibilità di movimento e di comunicazione create dalle innovazioni tecnologiche i rapporti sociali urbani si sviluppano su una scala globale. 

Il termine globalizzazione è diventato molto di moda e indica fenomeni eterogenei: i contatti tra le persone sono resi indipendenti dalla distanza fisica senza il vincolo dello spazio; la globalizzazione è uno stato di connettività complessa della società, essa non annulla la distanza fisica ma la rende oltre passabili, trasforma in modo radicale alcune coordinate diffondo della società e della nostra vita quotidiana e ha cresciuta la consapevolezza della diversità di stili di vita, mentalità, usi e valori problemi delle culture, ci permette di capire la cornice sociale culturale in cui viviamo. Lo stato di connettività più complessa ha delle conseguenze sociali molto profondi: il mondo sta diventando uno spazio sociale ed economico comune

La diffusione a livello mondiale degli stili di vita metropolitani non è un aspetto del fenomeno della globalizzazione, ma un processo di scaricamento dei vincoli spaziali e temporali della società umana globale. 


La società globale è una società transnazionale, caratteristica principale è l´affermarsi indipendentemente dalla volontà dei singoli stati: le frontiere tra i diversi stati sono sempre meno impermeabili e più permeabili. La connettività complessa è una condizione sociale mondiale che trasforma la vita delle persone in modi non sempre desiderabili: effetti indesiderati della globalizzazione finiscono per generale sentimenti nazisti xenofobi. Se da un lato i processi di globalizzazione hanno portato ad un apertura di nuovi orizzonti di vita, dal altro si parla di aumento della distanza dai benestanti e dai privilegiati: la globalizzazione infatti non è per tutti. 

Il fenomeno della globalizzazione coinvolge sopratutto il mondo dell´ informazione, siamo in contatto con il mondo e abbiamo l´eperienza diretta di tutto ciò che accade in paesi lontani, nel mondo contemperaneo ci sono reti di comunicazione per il difondersi di informazione e di contenuti simbolici. 


La globalizzazione riguarda il mondo dell´economia: gli scambi, i flussi finanziari sono aumentati in maniera vertiginosa, il fenomeno della globalizzazione del lavoro porta a produrre merci e servizi sfruttando manodopera in un altro paese. 

Si parla anche di globalizzazione politica che si manifesta attraverso la perdita di potere dello stato nazionale, è visibile un potere di tipo più transnazionale.

Esiste anche una visione ecologica della globalizzazione e una dimensione al livello culturale, per tanto si arriva la conclusione che la globalizzazione è un complesso insieme di processi che coinvolgono tutti gli aspetti del vivere associato. Tuttavia parallelamente al processo di globalizzazione è cresciuto anche il movimento non-global, un movimento che ha fatto della battaglia contro l globalizzazione; si tratta di un movimento frammentato che non è riuscito a trovare  forme d´azione efficaci, è ancora vivo il dibattito sulle differenze tra il mondo povero e il mondo ricco. La necessità di guidare i processi di globalizzazione verso scenari più equi e di maggior benessere per tutti è una meta di non poco valore.




Dienstag, 2. Februar 2021

IL PENSIERO MAGICO


ANTROPOLOGIA

La magia, con i progressi della scienza moderna, nella cultura è considerata una credenza ingenua: può manipulare attraverso speciali sostanze e formule gli eventi e la natura delle cose. Nell`Ottocento cominciò lo studio della magia come modo di pensare: un atto magico è un azione compiuta di un soggetto, con lo scopo di influenzare qualcuno o qualcosa in modo positivo o negativo.  Nel mondo di oggi, le persone sono ossessionati dalla magia nera. 

James Frazer era in errore quando sosteneva che il pensiero magico aveva preceduto quello religioso: lo studioso parlava di due modalità di pensiero magico, limitazione e il contagio. 

I primi antropologi considerano la magia come una specie di residuo di epoche passate oppure come una scienza imperfetta; i primi antropologi ritenevano che esistesse un legame stretto tra la magia e la religione. Negli anni venti Malinowsky fece una distinzione tra la magia, la religione e la scienza. Era del opinione che la scienza si trovasse nella sua forma elementare presso tutto i popoli. 

Inoltre aveva una concezione strumentale ed operativa della cultura che lo portava a credere che la magia fosse un mezzo usato dagli esseri umani per fare fronte a delle situazioni di ansia. 


Per M. la magia consiste una serie di atti sostitutivi, non è anteriore alla religione o alla scienza ma è un gesto primordiale.  

Non bisogna chiedersi se la magia funziona o meno, piuttosto bisogna considerarla come una ricerca difronte all`incertezza degli eventi. 

Un altro studioso Ermesto de Martino, ebbe un`altra posizione riguarda alla natura della magia: fece della magia un residuo archaico ancorato nel bisogno del essere umano di affermare la propria presenza difronte all` idea della morte; sono evidenti le somiglianze tra pensiero religioso e pensiero magico. Secondo de Martino con la magia l uomo afferma la propria esistenza difronte all idea della morte e dell`annullamento. 


Il malocchio è un parente stretto della magia: questa pratica consiste nell idea che uno sguardo insistente o certe parole possano influire negativamente su persone o cose. La credenza del malocchio è molto diffuso in Europa e nel Medio Oriente. In molti casi, questa pratica rientra in un sistema di comportamento sociale o di etichetta: non si ammette che una persona guarda troppo fissamente una persona che non si conosce o che si facciano troppi complimenti a persone quasi estrane. Il malocchio si manifesta in vari modi: un raccolto è andato male, un problema in famiglia ecc.; le credenze popolari sostengono che ci siano delle persone che tolgono il malocchio. 

Parente strette del malocchio è la credenza che alcuni atti portino sfortuna: in Italia, il versare il sale o l olio oppure rompere uno specchio porta sfortuna; l` antidoto consiste nel pronunciare delle parole e fare dei gesti. Un personaggio di rilievo è sicuramente Marcelle Griaule che ricostruì la cosmologia dogon, si tratta di una complessa e affascinante visione del ordine del mondo dalla sua origine; tutta la cosmologia era basata su storie che raccontavano come si era formata la terra, come erano nati i fiumi, gli animali, le piante, gli esseri umani. 


Gli studiosi di storia delle religioni e antropologi sono da sempre rimasti affascinati dal temo del mito, oltre a quello della magia, del mito e della religione. Molti studiosi hanno cercato di definire delle caratteristiche del pensiero mitico: Il mito presenta alcune caratteristiche, quali ignorare o quasi lo spazio nel tempo. Esso produce una antropomorfizzazione della natura. Sono evidenti alcuni tratti comuni del universo mitico: le azioni dei protagonisti non seguono le regole dell`anteriorità e della successione temporale, gli eventi accadono in tempi brevissimi, i fatti si svolgono in luoghi che L`uomo non può frequentare. I miti raccontano una situazioni originaria di unitá fra tutti gli esseri viventi e le cose, in cui spesso gli esseri umani hanno caratteristiche animali. 

Nella seconda metà del Novecento, l`antropologo francese Lewis Strauss ha elaborato una nuova concezione del mito: il mito è un attività speculativa, non prende in considerazione i legami che il racconto mitico pò avere con la vita sociale e culturale di una popolazione. Secondo Lewi il mito va analizzato in termini di strutture, si tratta di un ambito speculativo, in cui il pensiero umano non soffre le costrizioni della realtà materiale e sociale; il mito ha la funzione di conciliare gli aspetti contradittori dell esistenza umana e del mondo naturale che non possono essere mediati da nessuna forma di pensiero razionale. 

WALFARESTREET

Nel mondo occidentale, è stato dichiarato che ogni cittadino ha il diritto di vivere una vita dignitosa e il paese ha la responsabilità di c...